Perdiamo terreno e competitività. La stagione turistica quest'anno, si intuisce, non è andata bene. Questo è il dato. Inutile ricercare le colpe, E' più saggio e stimolante ricercare le soluzioni.
Ma prima una domanda. Per chiarezza.
Come viene finanziato il turismo? Poco e male.
Ogni anno la stessa storia, nella fianziaria mancano le risorse da destinare il turismo. Eppure la competizione tra stati "turistici" è molto forte ed agguerrita.
Di tanto in tanto il ministro tale o tal altro ripropone la Tassa di Scopo al posto della tanto vituperata Tassa di soggiorno. Ricomincia l'alzata di scudi, la debacle. Le associazioni, in genere quasi tutte si stracciano le vesti ed alzano le barricate. " Così si perde la competività con gli altri Paesi " è il tema ricorrente. Eppure la tassa non c'é stata e la concorrenza ci batte lo stesso.
Come se la concorrenza si battesse unicamente sul versante dei prezzi e con le "camere vendute". Veniamo percepiti come destinazione cara e costosa. Ciò è parzialmente vero, anche se non mancano casi che confermano la regola, il Leitmotiv è sempre quello da 4 lustri almeno. Perdiamo terrento sul versante dei servizi e della qualità e nemmeno la nostra proverbiale ospitalità riesce a supplire al gap che si sta formando.
Eppure la critica maggiore è sempre la stessa. Poche risorse, poca promozione, poca competività, poco sviluppo, poco ricavo e poco reddito.
ALLORA TORNIAMO A BOMBA: CHI DEVE FINANZIARE IL TURISMO, il sitema promozionale, la comunicazione, le pubbliche relazione, le tonnellate di materiale editoriale, gli spazi giornalisti, i palinsesti televisivi. CHI? Lo Stato, la Regione, le AA.PP.TT gli SS.TT.LL, l'Unione Europea... etc. e Il sistema distributivo, di vendita, di intermediazione che fa...? Guarda.
Un sospetto non sarà che si spera ancora che la spesa promozionale sia socializzata, cioè alle spalle del solito Pantalone di turno. Ed i guadagni di chi sono? Tabù. Non si può certo palare che qualcuno specula su questo. Non è fine. Non è elegante.
Eppoi vuoi mettere se si rimette la tassa di soggiorno (chiamatela come vi pare) aumentano i prezzi e perdiamo sul terreno della competività. Già, ma solo se la tassa si scarica di pari passo sul turisita consumatore, altrimenti rosicchia un piccolo margine di reddito. Faciamo un ipostosi volutamente grossolana. Ovvero un euro al giorno per cinque giorni di soggiorno, teoricamente eroderebbe 5 euro di gettito, che non sarebbe un gran ché visto che il costo di una minerale si aggira in media sui 2,5. Ragionando in termini astratti e forse anche troppo spiccioli, significa che con l'equivalente di due bottiglie, ci si potrebbe finanziare il turismo. Ovvio l'importo moltiplicato per la legge dei grandi numeri su tutte le presenze del sistema Italia, farebbero un mucchio di risorse che darebbero fiato all'economica turistica in termini di competività. Voglio dire ne arriverebbe di acqua minerale al sistema e crollerebbero gli alibi di tutti.
Con le risorse certe e ripetibili si potrebbe avviare la programmazione certa a breve, medio e lungo termine, giacché si potrebbe contare su risorse certe garantite dalla capcità di produrre reddito dello stesso turismo.
Allora ecco una piccola provocazione gettata come una bottiglia nerl mare del web, Introduciamo una " Fee " d'ingresso al Bel Paese o al territorio di riferimento, una Destination Fee. Non una tassa ma un contributo di sostenibilità per avere gratis informazioni, materiale promozionale, guide e piantine cittadine...etc, per finanziare la promozione e le azioni di sviluppo turistico.
NE VOGLIAMO PARLARE SENZA INFIGIMENTI... aspetto i vostri commenti.
Omero Mariani
( Destination Manager )
Ma prima una domanda. Per chiarezza.
Come viene finanziato il turismo? Poco e male.
Ogni anno la stessa storia, nella fianziaria mancano le risorse da destinare il turismo. Eppure la competizione tra stati "turistici" è molto forte ed agguerrita.
Di tanto in tanto il ministro tale o tal altro ripropone la Tassa di Scopo al posto della tanto vituperata Tassa di soggiorno. Ricomincia l'alzata di scudi, la debacle. Le associazioni, in genere quasi tutte si stracciano le vesti ed alzano le barricate. " Così si perde la competività con gli altri Paesi " è il tema ricorrente. Eppure la tassa non c'é stata e la concorrenza ci batte lo stesso.
Come se la concorrenza si battesse unicamente sul versante dei prezzi e con le "camere vendute". Veniamo percepiti come destinazione cara e costosa. Ciò è parzialmente vero, anche se non mancano casi che confermano la regola, il Leitmotiv è sempre quello da 4 lustri almeno. Perdiamo terrento sul versante dei servizi e della qualità e nemmeno la nostra proverbiale ospitalità riesce a supplire al gap che si sta formando.
Eppure la critica maggiore è sempre la stessa. Poche risorse, poca promozione, poca competività, poco sviluppo, poco ricavo e poco reddito.
ALLORA TORNIAMO A BOMBA: CHI DEVE FINANZIARE IL TURISMO, il sitema promozionale, la comunicazione, le pubbliche relazione, le tonnellate di materiale editoriale, gli spazi giornalisti, i palinsesti televisivi. CHI? Lo Stato, la Regione, le AA.PP.TT gli SS.TT.LL, l'Unione Europea... etc. e Il sistema distributivo, di vendita, di intermediazione che fa...? Guarda.
Un sospetto non sarà che si spera ancora che la spesa promozionale sia socializzata, cioè alle spalle del solito Pantalone di turno. Ed i guadagni di chi sono? Tabù. Non si può certo palare che qualcuno specula su questo. Non è fine. Non è elegante.
Eppoi vuoi mettere se si rimette la tassa di soggiorno (chiamatela come vi pare) aumentano i prezzi e perdiamo sul terreno della competività. Già, ma solo se la tassa si scarica di pari passo sul turisita consumatore, altrimenti rosicchia un piccolo margine di reddito. Faciamo un ipostosi volutamente grossolana. Ovvero un euro al giorno per cinque giorni di soggiorno, teoricamente eroderebbe 5 euro di gettito, che non sarebbe un gran ché visto che il costo di una minerale si aggira in media sui 2,5. Ragionando in termini astratti e forse anche troppo spiccioli, significa che con l'equivalente di due bottiglie, ci si potrebbe finanziare il turismo. Ovvio l'importo moltiplicato per la legge dei grandi numeri su tutte le presenze del sistema Italia, farebbero un mucchio di risorse che darebbero fiato all'economica turistica in termini di competività. Voglio dire ne arriverebbe di acqua minerale al sistema e crollerebbero gli alibi di tutti.
Con le risorse certe e ripetibili si potrebbe avviare la programmazione certa a breve, medio e lungo termine, giacché si potrebbe contare su risorse certe garantite dalla capcità di produrre reddito dello stesso turismo.
Allora ecco una piccola provocazione gettata come una bottiglia nerl mare del web, Introduciamo una " Fee " d'ingresso al Bel Paese o al territorio di riferimento, una Destination Fee. Non una tassa ma un contributo di sostenibilità per avere gratis informazioni, materiale promozionale, guide e piantine cittadine...etc, per finanziare la promozione e le azioni di sviluppo turistico.
NE VOGLIAMO PARLARE SENZA INFIGIMENTI... aspetto i vostri commenti.
Omero Mariani
( Destination Manager )